Spot in inglese significa “macchia”, nel mondo cavalier indica una particolarità della razza nella variante di colore blenheim, comunemente definito bianco-arancio che individuerebbe soggetti di particolare bellezza.
Sull’origine di questa particolarità vi è anche una famosa leggenda che spiegherebbe sia il nome di questa variante di colore che la presenza di questa macchia. Si racconta che la Duchessa Sarah, moglie del Duca di Marlborough, attendesse notizie sull’esito di una battaglia in cui era impegnato il blasonato marito dal quale attendeva un bambino e che avesse in braccio una piccola cagnolina anch’essa gravida. Era molto frequente che le nobildonne dell’epoca avessero un piccolo toy-spaniel (il trisavolo dell’attuale cavalier king charles) come animale da compagnia e..non solo.
Questi piccoli cani dall’aspetto elegante e grazioso erano chiamati “comforter” per la loro funzione di riscaldare le gambe delle nobildonne sotto le crinoline e per l’utilizzo, meno nobile ma assai più pratico, di eliminare le pulci con il loro leccamento. Ma torniamo alla leggenda… La Duchessa, visibilmente scossa dall’inutile trascorrere del tempo, presso il suo dito indice sulla testa della cagnetta che aveva in grembo. Alla nascita, qualche tempo dopo, i cuccioli di quella cagnolina avevano sulla testa una piccola macchia che fu considerata come l’impronta fortunata di Sua Grazia la Duchessa di Blenheim.
Ma questa è solo una delle molte leggende sul cavalier king charles spaniel, a dimostrazione della sua persistente presenza nell’aristocrazia delle corti europee…ed inglese in particolare.
(Re Carlo I Stuart con al sua famiglia e l’immancabile cavalier…)
Il nome stesso deriva dalla passione sfrenata di Re Carlo I e di suo figlio Carlo II di Inghilterra per questi piccoli spaniel, da loro allevati con passione, dopo l’incrocio con i “japanese chin” al punto da chiamare questi piccoli cani “cavaliers” come gli aristocratici sostenitori che li affiancarono nel difficile periodo della guerra tra Re Carlo I ed il parlamento inglese nel 1644. Si dice che le disgrazie politiche inglesi di quel periodo fossero proprio da addebitare alla passione sviscerata del Re per questi amatissimi cani che avevano un Medico di Corte e furono persino utilizzati come “messaggeri” d’amore e non solo tra il Re e sua “amatissima”cognata, la Duchessa d’Orleans, tramite la quale fu possibile stringere l’alleanza tra l’Inghilterra e la Francia.
( i figli di Re Carlo I…il futuro Re Carlo II Stuart e le sue sorelle e, ovviamente, i loro cavalier…)
Carlo I è sempre ritratto in compagnia dei suoi amatissimi cavalier e volle con sè il suo amatissimo Rogue anche sul patibolo. Quando fu decapitato il re, anche a Rogue fu inflitto lo stesso destino al punto che diventò il simbolo della sconfitta della monarchia. Ma questo sacrificio non fu vano.
(Re Carlo II Stuart e la sua corte. Al guinzaglio guardate chi c’è? ) Anni dopo, nel 1660, quando la monarchia tornò al potere, in persona di re Carlo II, figlio di Carlo I, fu promulgato un editto che consentiva ai cavalier-spaniel di entrare in Parlamento, a perenne ricordo della loro fedeltà al Re.
Per la particolare natura dell’ordinamento inglese, quell’editto è ancora vigente e, se capitate a Westminster con il vostro cavalier king charles, sarete accolti come un Re o una Regina! Re Carlo I è ricordato come il “Re Martire” e viene venerato come santo dalla Chiesa anglicana, che lo ricorda il 30 gennaio. Ma i cavalier king charles spaniel hanno continuato ad essere amati anche successivamente… Ma questa è un’altra storia!